simick ha scritto:Ma dov'è hellraiser quando serve?
Stava studiando
Si. Lo sfogo ci sta. Ma con lo sfogo non si risolve nulla, purtroppo. Dopo lo sfogo rimani quello che eri prima dello sfogo. Né più né meno.
Quindi è necessario esaminare bene la situazione, con obiettività e responsabilità, essendo pronto a riscontrare anche aspetti pesonali da migliorare. Anzi, di solito è bene iniziare proprio da quelli perché una volta sistemati ci si può incazzare a ragione.
Innanzitutto, come hanno scritto già altri, fai fatica atrovare lavoro con una specialistica, figurarsi con una triennale. Ma per esperienza personale con diversi neolaureati (ne sto seguendo uno proprio adesso) neanche questa prepara bene al mondo del lavoro. Questo può essere un problema oggettivo (del piano di studi, il metodo di insegnamento, la capcità degli insegnanti) oppure soggettivo (la gnucchezza degli allievi).
Ora, io sarò anche impopolare, ma io sono contro i corsi di laurea a numero aperto. Tuttavia sono a favore dell'attuale sistema a numero aperto. Non è una contraddizione.
Per quanto riguarda l'ambito lavorativo (e la preparazione ad affrontarlo) io ho 2 convinzioni fondamentali:
1) Siamo tutti diversi, abbiamo intelligenze e tendenze personali di tipo diverso che sono adatte allo svolgimento di certi mestieri e non di altri. E' quindi bene farsi un esame di coscienza e non scegliere un corso di laurea perché "è più facile trovare lavoro", dato che se è questo il ragionamento alla base di una scelta di vita, allora un mestiere vale l'altro e ci sono moltissimi lavori (infermiere, donna/uomo pulizie, minatore) che PAGANO MEGLIO E SONO PIU' RICHIESTI in quanto c'è meno gente disposta a seguirli. Questo perché, sbagliando, li trovano degradanti, mentre non c'è nulla di più degradante che constatare il cinismo e la sufficienza con i quali si viene spesso trattati e considerati in un ambiente socialmente più "elevato" come l'ufficio. Per non parlare del vero e proprio sciacallaggio del mercato del lavoro in questi settori (che è allo sbando completo e senza regole di nessun tipo) e la conseguente agguerrita e spietata concorrenza.
2) E' necessario definire, sin da dopo la maturità, quali sono i nostri obiettivi, magari tracciando diversi percorsi alternativi da seguire nel caso ci rendiamo conto nel breve periodo di aver sbagliato tutto, e poi DARCI DEI TEMPI E DELLE PRIORITA' al fine di completarli.
Il punto 1 costituisce una premessa essenziale al punto 2, il quale costituisce una premessa essenziale al fine di rimanere concentrati su ciò che vogliamo veramente e trovare il modo di arrivare alla meta.
Se si va allo sbando non si arriva da nessuna parte in NESSUN settore della vita. Si finisce con l'aver sprecato un sacco di energie e basta (o quasi). E credetemi, io ne so qualcosa.
Quindi il problema di fondo è: quali sono i miei obiettivi? Intendo per LA VITA IN GENERALE. Quali sono le mie predisposizioni personali? Ho un'intelligenza di tipo scolastico o più creativa? Sono capace di stare da solo oppure vorrei anche farmi una famiglia? La famiglia deve essere anche felice? Sapendo che il tempo è limitato, a che cosa sono disposto a rinunciare e quali sono quelle cose che assolutamente non voglio perdermi? Ho la possibilità di studiare? Se si quanto tempo posso/voglio dedicare allo studio? Posso/voglio trasferirmi all'estero durante/dopo gli studi? Sono costretto a lavorare per pagarmi gli studi? Part time o full time? (quest'ultima scelta può determina i tempi di arrivo). Quanto tempo voglio dedicare ai rapporti interpersonali/sociali/affettivi? Quanto allo svago?
Intendiamoci, i calcoli non devono essere ARITMETICI. Ma è necessario capire quanto impegno profondere in quello che si vuol fare e in che misura si è disposti ad accontentarsi.
Una volta messe sotto controllo tutte queste variabili, è ora di pianificare il percorso in base alla loro configurazione. E, inoltre, è necessario prevedere un certo scostamento da questo piano per poterlo adattare a eventuali esigenze che non sono subito definibili.
Per esempio: com'è il mercato del lavoro nel quale entrerò a far parte? Posso entrare subito nell'azione, oppure devo in qualche modo specializzarmi? Quali sono le competenze che richiedono più spesso durante la ricerca del personale?
Per mettere sotto controllo queste variabili basta semplicemente andare a vedere gli annunci di ricerca del personale. Io l'ho già fatto e mi sono fatto un'idea della professionalità ricercata in ambito psicologico. E per cercare di non rimanere al palo nei rari momenti liberi cerco di leggere articoli/libri che riguardano proprio quelle competenze che vengono più spesso ricercate. Anche solo per avere delle nozioni di massima che approfondirò quando il problema si porrà (anche perchè le esigenze di mercato tra 5 anni possono variare).
Questo è quello che potete fare DA SOLI, senza dover contare su NESSUNO. Ed è già molto, ma MOOOOOOLTO di più di quello che fa la media degli studenti prima e dopo essersi laureati.
Se poi trascorrete 5/6/7/10 anni in università pensando solo agli aperitivi e alla fiiiiii_iiiiiiga, vi laureate con 90 e un calcio nel kulo accademico, non rompete il c@zzo e accontentatevi degli scarti di quelli che si sono fati il mazzo.
Quello che potete fare rompendo un tantino la minchia agli altri è: prendete qualcuno che conoscete e cercate di carpire tutto quello che potete: che cosa fa, quali sono gli strumenti e le tecniche che utilizza, qual'è la sua opinione del suo mestiere sotto ogni punto di vista (ma discernete, in base al vostro buon senso, tra le risposte).
Dopo che avete fatto tutto questo e altro ancora che non posso esporre per via del tempo, solo allora potrete essere autorizzati a lagnarvi delle persone, delle leggi, del mercato e pure del governo ladro.
Ma ricordatevi che lagnandovi (per quanto giusto possano essere le motivazioni dietro le lagne) le cose non cambiano. Anzi, il tempo che passate a lagnarvi lo togliete alla risoluzione dei problemi ed all'azione concreta che vi porterà sempre più vicino alla meta.