[CRISI] Semplicismo, malattia italiana

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peppeunz
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[CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da peppeunz » mar apr 09, 2013 11:54 am

http://www.lastampa.it/2013/04/09/cultu ... agina.html

quoto fino all'ultima parola...
aggiungo, altro "sport nazionale": la colpa è sempre di qualcun altro, i politici, il capo, la sfortuna...
guai a fare autocritica o a rimboccarsi le maniche


mario deaglio

Il trascinarsi della crisi politica e l’aggravarsi della crisi economica sembrano andare di pari passo con la banalizzazione delle posizioni sull’economia: un numero sempre maggiore di persone pensa infatti che la crisi si possa risolvere con facilità. La convinzione che tutto sia facile è una grave malattia che si potrebbe definire «semplicismo». I semplicisti - in questa categoria bisogna purtroppo includere anche buona parte della classe politica - pensano che per invertire la congiuntura negativa, far ripartire la crescita, risanare le finanze pubbliche sia sufficiente qualche piccolo provvedimento da scegliere a piacere tra i seguenti (tutti lodevoli di per sé): ridurre le imposte, colpire gli evasori fiscali, pagare i debiti delle amministrazioni pubbliche verso le imprese, ridurre i costi della politica.



Il semplicista ritiene che, se si adottasse la misura, o una delle misure, da lui preferita, il meccanismo economico italiano si rimetterebbe in moto, come per incanto, e l’economia rifiorirebbe.



Le ricette miracolose dei semplicisti vengono spesso espresse in messaggi di «twitter» da 140 caratteri; così che tutti gli italiani dotati di computer le possano leggere in un minuto e commentare al bar nel tempo necessario a prendere il caffè. Tutto ciò non sarebbe un gran male se tracce sempre più consistenti di semplicismo si possono rilevare sui siti e nei blog delle forze politiche, nei discorsi dei leader, negli abbozzi di programma dei partiti che cercano, con scarso successo finora, di dar vita a un nuovo governo.



Le cose, purtroppo, non sono semplici in alcun Paese del mondo; meno che mai il semplicismo può funzionare in Italia, un Paese in cui, anche per la sua intricata struttura sociale, geografica e produttiva, l’economia è una macchina al tempo stesso molto complicata e molto delicata. Eppure l’idea che siano necessarie medicine economiche complesse e ben calibrate, che sono efficaci soltanto in tempi lunghi, non viene neppure presa in considerazione dai semplicisti.



Il semplicismo comporta due effetti collaterali piuttosto seri. Il primo è la convinzione che i problemi, in realtà, non esistono, sono soltanto il risultato di montature mediatiche, oppure che sono comunque lievi, complicati dalla cattiva volontà dei politici. La crisi? Non c’è, guardate ai ristoranti sempre pieni, disse non più tardi di due anni fa l’allora presidente del Consiglio, (trascurando, tra l’altro, che al ristorante la gente, per spendere meno, riduceva il numero delle portate). Chi ricorda la ventennale mancanza di crescita dell’Italia, sintomo di declino del Paese, viene spesso guardato con sospetto, fino a poco tempo lo si definiva «sfascista» e gli si rimproverava di credere troppo alle statistiche e di non vedere i successi mondiali del calcio e del «made in Italy».



Il secondo effetto collaterale consiste nel credere che le soluzioni semplici possano meglio essere adottate da un leader che prenda in mano la situazione, forse un riflesso del mussoliniano «uomo della Provvidenza». In tempi brevissimi questo leader potrebbe uscire dall’euro, tagliare gli sprechi, vendere beni pubblici. Ci si dimentica che all’euro l’Italia è legata da un trattato internazionale; che tagliare gli sprechi significa in ogni caso tagliare posti di lavoro e che occorre contemporaneamente incrementare direttamente le spese produttive se si vogliono evitare effetti recessivi; e che la vendita di beni pubblici deve seguire, nella stragrande maggioranza dei casi, una disperante procedura giuridica che può durare diversi anni.



Un particolare caso di semplicismo riguarda il recente provvedimento del governo sul pagamento dei debiti alle aziende fornitrici. E’ un’illusione che questi denari – che lo Stato, tra l’altro, metterà a disposizione degli enti debitori solo con il contagocce – possano da soli far ripartire l’economia. Le imprese alle quali saranno accreditati, infatti, vedranno con molta soddisfazione alleggerirsi il colore rosso nei loro conti bancari, alcune emetteranno un sospiro di allievo per essere così riuscite a evitare il fallimento; passerà però come minimo un po’ di tempo perché si mettano a pensare a nuovi investimenti. Le banche creditrici, dal canto loro, saranno liete del rientro dei clienti da posizioni difficili, spesso incagliate, ma solo molto lentamente questa minor difficoltà si tradurrà nella volontà di correre nuovi rischi prestando ad altre imprese. Per usare le parole di un portavoce del commissario Olli Rehn, che ieri ha commentato il provvedimento italiano, «accelerare il pagamento dei debiti non è una bacchetta magica». E si potrebbe aggiungere che sarebbe ora che gli italiani smettessero di credere che le bacchette magiche esistono.



In realtà ciò che esiste è un Paese seriamente malato che ha di fronte a sé cure incerte e di lunga durata, un «long, hard, slog», ossia una «sfacchinata lunga e dura», come disse Winston Churchill in un discorso durante la Seconda guerra mondiale che Margaret Thatcher riprese frequentemente nel presentare agli inglesi la sua ricetta di risanamento economico. Probabilmente non abbiamo oggi in Italia alcun bisogno delle ricette thatcheriane, ma la lunghezza e la durezza del percorso dovrebbero essere ricordate dai politici agli italiani; molti dei quali continuano a ritenere che il loro futuro economico, grazie a semplici provvedimenti, sia una piacevole gita fuori porta.
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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da peppeunz » mar apr 09, 2013 11:58 am

aggiungo, prima che qualche furbone lo faccia, che è il marito di Elsa Fornero
per evitare commenti del tipo
"uuuuh che brutti e cattivi...allora si spiega....."
"ha una concezione dell’economia alla M. Monti con tutti gli annessi e connessi " commento appena fatto da mio collega...
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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da Tequi » mar apr 09, 2013 11:58 am

E' molto semplice anche criticare senza essere minimamente propositivi come fa il tizio in questione..
La verità è che l'economia (se non influenzata dalla politica) è una materia molto semplice e molto lineare. Se invece ci mettiamo dentro la politica allora le cose cambiano.. se devi far riforme stando attento a non toccare quello o l'altro allora le cose si complicano di molto e l'economia diventa un gioco al massacro..
"Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo."

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da killeradicator » mar apr 09, 2013 12:27 pm

tequi ha scritto:E' molto semplice anche criticare senza essere minimamente propositivi come fa il tizio in questione..
La verità è che l'economia (se non influenzata dalla politica) è una materia molto semplice e molto lineare. Se invece ci mettiamo dentro la politica allora le cose cambiano.. se devi far riforme stando attento a non toccare quello o l'altro allora le cose si complicano di molto e l'economia diventa un gioco al massacro..

ehm...... cosa???
secondo te l'economia di un paese come l'Italia è SEMPLICE?

guarda che l'economia non è la bilancia dei pagamenti.. e non è questione di politica, è un discorso MOLTO complesso e le soluzioni che richiede sono altrettanto complesse.
L'economia di un paese non sono le formulette che leggi sui libri, in cui tutte le variabili tranne una o due sono semplificate o eliminate a priori.

oltretutto, l'economia è fatta di PERSONE. e le persone non sono un sistema omogeneo e prevedibile.

questo vale per tutti gli stati, un esempio su tutti: la Germania, l'anello debole dell'Europa negli anni '90, adesso è il motore che tira avanti la baracca.
Come ci sono arrivati? con riforme MOLTO complesse sia fiscali sia soprattutto burocratiche e del lavoro (tra l'altro, molto più dure ed incisive di quanto potremmo mai sperare di avere qui in Italia)... a questo si aggiungono i fattori geografici, sociali, politici e una sana dose di cùlo senza il quale non sarebbero diventati quello che ora sono.

di tutto questo articolo mi sento di quotare in particolare una parte:
Il secondo effetto collaterale consiste nel credere che le soluzioni semplici possano meglio essere adottate da un leader che prenda in mano la situazione, forse un riflesso del mussoliniano «uomo della Provvidenza». In tempi brevissimi questo leader potrebbe uscire dall’euro, tagliare gli sprechi, vendere beni pubblici. Ci si dimentica che all’euro l’Italia è legata da un trattato internazionale; che tagliare gli sprechi significa in ogni caso tagliare posti di lavoro e che occorre contemporaneamente incrementare direttamente le spese produttive se si vogliono evitare effetti recessivi; e che la vendita di beni pubblici deve seguire, nella stragrande maggioranza dei casi, una disperante procedura giuridica che può durare diversi anni.
chissà quanti hanno pensato a ciò prima di votare alle ultime elezioni....

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da Tequi » mar apr 09, 2013 12:35 pm

killeradicator ha scritto:
tequi ha scritto:E' molto semplice anche criticare senza essere minimamente propositivi come fa il tizio in questione..
La verità è che l'economia (se non influenzata dalla politica) è una materia molto semplice e molto lineare. Se invece ci mettiamo dentro la politica allora le cose cambiano.. se devi far riforme stando attento a non toccare quello o l'altro allora le cose si complicano di molto e l'economia diventa un gioco al massacro..

ehm...... cosa???
secondo te l'economia di un paese come l'Italia è SEMPLICE?

guarda che l'economia non è la bilancia dei pagamenti.. e non è questione di politica, è un discorso MOLTO complesso e le soluzioni che richiede sono altrettanto complesse.
L'economia di un paese non sono le formulette che leggi sui libri, in cui tutte le variabili tranne una o due sono semplificate o eliminate a priori.

oltretutto, l'economia è fatta di PERSONE. e le persone non sono un sistema omogeneo e prevedibile.

questo vale per tutti gli stati, un esempio su tutti: la Germania, l'anello debole dell'Europa negli anni '90, adesso è il motore che tira avanti la baracca.
Come ci sono arrivati? con riforme MOLTO complesse sia fiscali sia soprattutto burocratiche e del lavoro (tra l'altro, molto più dure ed incisive di quanto potremmo mai sperare di avere qui in Italia)... a questo si aggiungono i fattori geografici, sociali, politici e una sana dose di cùlo senza il quale non sarebbero diventati quello che ora sono.

di tutto questo articolo mi sento di quotare in particolare una parte:
Il secondo effetto collaterale consiste nel credere che le soluzioni semplici possano meglio essere adottate da un leader che prenda in mano la situazione, forse un riflesso del mussoliniano «uomo della Provvidenza». In tempi brevissimi questo leader potrebbe uscire dall’euro, tagliare gli sprechi, vendere beni pubblici. Ci si dimentica che all’euro l’Italia è legata da un trattato internazionale; che tagliare gli sprechi significa in ogni caso tagliare posti di lavoro e che occorre contemporaneamente incrementare direttamente le spese produttive se si vogliono evitare effetti recessivi; e che la vendita di beni pubblici deve seguire, nella stragrande maggioranza dei casi, una disperante procedura giuridica che può durare diversi anni.

chissà quanti hanno pensato a ciò prima di votare alle ultime elezioni....
Avendola studiata si.. è molto più semplice di quello che si creda. Il problema è soprattutto politico.
Tutti noi facciamo dell'economia nella nostra vita.
Gestire economicamente una famiglia non è molto di verso che gestire economicamente una società o uno stato.
Cambiano le quantità e gli attori ma alla fine si tratta sempre di numeri...
Ti sei chiesto perchè non vengono tolte alcune lobbie? Portano voti ed in sistema politico dove bastano 3000 voti per andare ad occupare una poltrona ogni categoria troverà sempre quello che la difende ed impedisce norme assolutamente sacrosante (i tassisti tanto per dirne una.. o i notai... ).
Applica questo metodo a tutto.. ti troverai ad avere a che fare con milioni di voti.
La politica rende complicata l'economia.. l'economia è una dolce prepuzio umano di partita doppia.. uscite ed entrate.. non c'è nulla di complicato.
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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da Ulisse io » mar apr 09, 2013 12:42 pm

tequi ha scritto:
killeradicator ha scritto:
tequi ha scritto:E' molto semplice anche criticare senza essere minimamente propositivi come fa il tizio in questione..
La verità è che l'economia (se non influenzata dalla politica) è una materia molto semplice e molto lineare. Se invece ci mettiamo dentro la politica allora le cose cambiano.. se devi far riforme stando attento a non toccare quello o l'altro allora le cose si complicano di molto e l'economia diventa un gioco al massacro..

ehm...... cosa???
secondo te l'economia di un paese come l'Italia è SEMPLICE?

guarda che l'economia non è la bilancia dei pagamenti.. e non è questione di politica, è un discorso MOLTO complesso e le soluzioni che richiede sono altrettanto complesse.
L'economia di un paese non sono le formulette che leggi sui libri, in cui tutte le variabili tranne una o due sono semplificate o eliminate a priori.

oltretutto, l'economia è fatta di PERSONE. e le persone non sono un sistema omogeneo e prevedibile.

questo vale per tutti gli stati, un esempio su tutti: la Germania, l'anello debole dell'Europa negli anni '90, adesso è il motore che tira avanti la baracca.
Come ci sono arrivati? con riforme MOLTO complesse sia fiscali sia soprattutto burocratiche e del lavoro (tra l'altro, molto più dure ed incisive di quanto potremmo mai sperare di avere qui in Italia)... a questo si aggiungono i fattori geografici, sociali, politici e una sana dose di cùlo senza il quale non sarebbero diventati quello che ora sono.

di tutto questo articolo mi sento di quotare in particolare una parte:
Il secondo effetto collaterale consiste nel credere che le soluzioni semplici possano meglio essere adottate da un leader che prenda in mano la situazione, forse un riflesso del mussoliniano «uomo della Provvidenza». In tempi brevissimi questo leader potrebbe uscire dall’euro, tagliare gli sprechi, vendere beni pubblici. Ci si dimentica che all’euro l’Italia è legata da un trattato internazionale; che tagliare gli sprechi significa in ogni caso tagliare posti di lavoro e che occorre contemporaneamente incrementare direttamente le spese produttive se si vogliono evitare effetti recessivi; e che la vendita di beni pubblici deve seguire, nella stragrande maggioranza dei casi, una disperante procedura giuridica che può durare diversi anni.

chissà quanti hanno pensato a ciò prima di votare alle ultime elezioni....
Avendola studiata si.. è molto più semplice di quello che si creda. Il problema è soprattutto politico.
Tutti noi facciamo dell'economia nella nostra vita.
Gestire economicamente una famiglia non è molto di verso che gestire economicamente una società o uno stato.
Cambiano le quantità e gli attori ma alla fine si tratta sempre di numeri...
Ti sei chiesto perchè non vengono tolte alcune lobbie? Portano voti ed in sistema politico dove bastano 3000 voti per andare ad occupare una poltrona ogni categoria troverà sempre quello che la difende ed impedisce norme assolutamente sacrosante (i tassisti tanto per dirne una.. o i notai... ).
Applica questo metodo a tutto.. ti troverai ad avere a che fare con milioni di voti.
La politica rende complicata l'economia.. l'economia è una dolce prepuzio umano di partita doppia.. uscite ed entrate.. non c'è nulla di complicato.
lo quoto :postup:
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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da karoo » mar apr 09, 2013 12:49 pm

straquoto Tequi (Ed ho detto tutto :D)

Il semplicismo risiede anche nel chi dice che le cose sono complesse e quindi è inutile cercare soluzioni semplici.
Paradossalmente questo pensiero è enormemente più pericoloso di quello espresso nell'articolo.

Cito a memoria:

"I Cretini hanno una risposta a tutto. Ogni cosa può essere risolta subito da un cretino. C'è la fame nel mondo ? Che i ricchi diano i soldi ai poveri! La benzina inquina ? Andiamo in bicicletta! C'è l'AIDS ? Prendiamo tutti i soldi degli spot per le merendine e le creme dimagranti e facciamo tutti ricerca! Non esiste problema che un cretino non possa risolvere in poco tempo".

Oltre l'assurdo di queste frasi risiede una verità: La soluzione è sempre semplice, sempre. E' l'attuazione che può essere complessa. Perché Semplice non è sinonimo di Facile.
E chi dice il contrario forse non ha capito, ma peggio ancora ha rinunciato a capire, forse il più grave crimine per un esponente della nostra specie, che tale è solo per la sua volontà di capire.

P.S.

La frase che siamo legati all'euro da trattati internazionali è una barzelletta. Hanno già risposto tutti gli economisti ed i giuristi internazionali a riguardo.

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da numberone_83 » mar apr 09, 2013 1:39 pm

tequi ha scritto:La politica rende complicata l'economia.. l'economia è una dolce prepuzio umano di partita doppia.. uscite ed entrate.. non c'è nulla di complicato.
Se pensarla così è da semplicisti, sono un semplicista.

:pecorajump:

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da killeradicator » mar apr 09, 2013 4:31 pm

tequi invece non è così, proprio perchè l'economia senza le interazioni REALI non è niente. sono formule su carta.

Non è solo questione di lobby (anche se su questo sono assolutamente d'accordo), il problema è che se si lasciasse TUTTO in mano all'economia la società come la conosciamo oggi di disgregherebbe.

tu mi parli di lobby e interessi... beh, ma il welfare non è una lobby?
non protegge l'interesse di alcuni a discapito di altri?
e il contratto a tempo indeterminato?
e gli ammortizzatori sociali?
e la sanità pubblica?
e la tutela di ambiente e beni culturali?
e il diritto di voto?
e la cittadinanza?
e i dazi doganali, le tariffe, l'aliquota variabile.....


...potrei andare avanti per ore ad elencare variabili che, seguendo la mera logica economica (l'ho studiata anche io) non dovrebbero esistere perchè complicano la "càzzo di partita doppia", avvantaggiano alcuni rispetto ad altri, aumentano l'entropia e l'inefficienza del sistema e lo rendono molto più complesso da gestire.

quello che l'articolo dice, e che secondo me è SACROSANTO, è che PER OGNI SINGOLA SOLUZIONE bisogna necessariamente stilare un'analisi costi/benefici, valutarne le interazioni con il resto del sistema, confrontarla con le altre possibili soluzioni e SOLO DOPO si può dire "questa soluzione è valida o no".


c'è gente che vuole uscire dall'Euro e non sa neanche cosa significhi farlo

c'è gente che vuole ridurre gli stipendi ai politici (sacrosanto) non sapendo che l'effetto sul PIL è del tutto insignificante, se non addirittura controproducente (sono alti perchè "dovrebbero" essere più difficili da corrompere.... :roll: )

c'è gente che vuole ridurre i costi della sanità ma SENZA chiudere gli ospedali e senza licenziare nessuno.... :fuori:

ha ragione il giornalista: le soluzioni da twitter sono una càzzata, e la politica è la PRIMA a farsi prendere dal "semplicismo" perchè gli slogan funzionano molto meglio delle idee.

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da peppeunz » mar apr 09, 2013 4:43 pm

killeradicator ha scritto:ha ragione il giornalista: le soluzioni da twitter sono una càzzata, e la politica è la PRIMA a farsi prendere dal "semplicismo" perchè gli slogan funzionano molto meglio delle idee.
aggiungici pure che la carta stampata è alla canna del gas, se non sparano titoloni, non vendono neanche quel poco...
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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da Tequi » mar apr 09, 2013 4:56 pm

killeradicator ha scritto:tequi invece non è così, proprio perchè l'economia senza le interazioni REALI non è niente. sono formule su carta.

Non è solo questione di lobby (anche se su questo sono assolutamente d'accordo), il problema è che se si lasciasse TUTTO in mano all'economia la società come la conosciamo oggi di disgregherebbe.

tu mi parli di lobby e interessi... beh, ma il welfare non è una lobby?
non protegge l'interesse di alcuni a discapito di altri?
e il contratto a tempo indeterminato?
e gli ammortizzatori sociali?
e la sanità pubblica?
e la tutela di ambiente e beni culturali?
e il diritto di voto?
e la cittadinanza?
e i dazi doganali, le tariffe, l'aliquota variabile.....


...potrei andare avanti per ore ad elencare variabili che, seguendo la mera logica economica (l'ho studiata anche io) non dovrebbero esistere perchè complicano la "càzzo di partita doppia", avvantaggiano alcuni rispetto ad altri, aumentano l'entropia e l'inefficienza del sistema e lo rendono molto più complesso da gestire.

quello che l'articolo dice, e che secondo me è SACROSANTO, è che PER OGNI SINGOLA SOLUZIONE bisogna necessariamente stilare un'analisi costi/benefici, valutarne le interazioni con il resto del sistema, confrontarla con le altre possibili soluzioni e SOLO DOPO si può dire "questa soluzione è valida o no".


c'è gente che vuole uscire dall'Euro e non sa neanche cosa significhi farlo

c'è gente che vuole ridurre gli stipendi ai politici (sacrosanto) non sapendo che l'effetto sul PIL è del tutto insignificante, se non addirittura controproducente (sono alti perchè "dovrebbero" essere più difficili da corrompere.... :roll: )

c'è gente che vuole ridurre i costi della sanità ma SENZA chiudere gli ospedali e senza licenziare nessuno.... :fuori:

ha ragione il giornalista: le soluzioni da twitter sono una càzzata, e la politica è la PRIMA a farsi prendere dal "semplicismo" perchè gli slogan funzionano molto meglio delle idee.
Forse non mi sono spiegato.. puoi mettere anche 4 miliardi di variabili.. ne verrà fuori solo una equazione più complessa. Non cambia la regola base.. tanto entra tanto deve uscire.
La burocrazia (che è quello che aumenta l'entropia e l'inefficienza) non è economia ma politica.
Io non commento quello che dice la gente su twitter.. se no dovrei anche mettermi a combattere con quelli che credono nelle scie chimiche.
Le ricette ci sono, e non le ho date io che non sono nessuno ma economisti. Qui il problema è che si pensa troppo al proprio kulo e quindi non si fanno riforme.
Le lobbie rimangono tutte.. assicurazioni, banche, PA (è una cacchina di lobbie anche questa), etc. etc.
Questo comporta l'impossibilità di fare riforme.
Esempio banale, dopo tanti esempi positivi ancora oggi ogni volta che si vuole mettere su una ZTL (ultimo caso napoli) i commercianti partono tutti in tromba con "moriremo tutti.. non verrà più nessuno.." e puttanate di questo tipo. Senza considerare che a Roma la ZTL c'è da una vita (oltretutto è grossa quasi quanto tutta napoli..) e nessun negoziante è morto.
Allora non si fa.. perchè se la si fa si scontenta l'elettorato e se si scontenta l'elettorato si perde il posto di lavoro.
Ecco, questo è il vero male dell'Italia. La politica è un lavoro (non un mestiere.. quello lo deve essere) e nessuno mette a rischio il proprio posto di lavoro. Per quello non si fanno riforme, per quello si accontentano gli statali, per quello si accontentano i tassisti, per quello si accontentano le assicurazioni.
Fino a quando si ragionerà così l'economia sarà complicata perchè per fare un favore a caio senza fare torto a tizio devi tirare fuori più soldi di quelli che puoi spendere ed alla fine arrivi con la cacchina alla gola.
"Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo."

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da killeradicator » mar apr 09, 2013 5:41 pm

Vabbe ma su questo siamo tutti d'accordo, le lobby vanno estirpate punto.

Il problema però è la definizione di lobby... il sindacato non è forse una lobby? I contratti vecchi non formano forse un gruppo privilegiato rispetto ai nuovi? La politica sicuramente è una lobby... ma a questo punto lo è qualunque associazione di categoria, qualunque vincolo che blocchi la competitività e l'efficienza.

Ma soprattutto.. senza la politica, chi dovrebbe prendersi l'onere di eliminare i privilegi?

A Napoli, chi è che decide che la ztl si fa e basta? I cittadini? Non credo... è proprio la politica a dover guidare l'economia, altrimenti non si può distinguere tra ciò che è razionale e giusto e ciò che avrebbe senso economicamente ma è comunque sbagliato.

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Re: [CRISI] Semplicismo, malattia italiana

Messaggio da killeradicator » mer apr 10, 2013 12:57 pm

comunque, a proposito di napoli....

http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... ref=HREA-1" onclick="window.open(this.href);return false;

ma sticavoli!! bombe carta davanti al comune in protesta per la ztl??

ahahahaha

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